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Campo San Giacomo

Non c’è altro rione di Trieste che abbia un cuore così pulsante come San Giacomo con la sua piazza.
Non certo il vicino San Vito, né Roiano o San Giovanni pur con le loro piazze. Forse Cittavecchia, ma la piazzetta di Cavana più che un cuore appare una vena dove tutto scorre, senza sosta, da una parte all’altra.
No, San Giacomo è unico.
Pulsante forse perché autarchico e di ciò nell’articolo “San Giacomo”. (di prossima pubblicazione)
E questa autarchia nei confronti della città la noti soprattutto in Campo San Giacomo per le sue tantissime botteghe e negozi che spaziano in tutti i generi merceologici. Di qualche supermercato nessuna necessità, né voglia. Bastano le botteghe.
Campo San Giacomo quale teatro di scontri terribili negli anni di guerra e dopo guerra, sia della prima che della seconda. Storia dolorosa di lotte tra triestini più che contro invasori.
La chiesa domina la piazza ed è ben buffo che una piazza così rossa sia dominata da una chiesa.
Ma si sa che a Trieste tutto può succedere.

Ed anche che nella piazza vi sia una statua dedicata ad un imprenditore – Osiride Brovedani – e non a uno dei tanti operai morti sul lavoro o in scontri politici proprio lì in quel Campo.
Campo e non piazza ad indicare forse qualcosa di diverso, di più popolare e legato alla fatica, quella in genere dei campi dei contadini di altre zone, ma qui quello delle fabbriche e del porto i cui lavoratori in gran parte da questo rione provenivano.
Lavoro, impegno politico (di giuste o sbagliate teorie) e allegria.
In questa piazza, che ha avuto in questi anni varie riqualificazioni e sotto ospita un parcheggio da 350 posti, si trova, a mia impressione, la gente più allegra di Trieste. Paragonabili solo a quelli di un altro comune non lontano – Muggia anche lei con la sua piazza che è platea e palcoscenico di una varia umanità.
Indaffarati nelle piccole cose della spesa nelle botteghe o delle chiacchiere con chi si conosce ed anche lui è lì per gli stessi motivi. La zona pedonale da poco istituita dietro la chiesa, sotto gli alberi, raccoglie questo popolo specie con la bella stagione.
Chissà se fu un caso che su questa piazza si affacciassero per tanti decenni ben 2 cinema – il cine Ideal e il cine Marconi  – e che 50 metri più avanti sulla via dell’Istria ci fosse il cine teatro Moderno luogo di film e di spettacoli di allegri e “scollacciati” spettacoli di varietà in voga negli anni ‘50 -‘60. (1)

Nota 1
Il cinema Ideal ebbe vita dal 1947 al 1984
Il cimema Marconi
fino al 1943 aveva il nome di “Cine teatro del popolo” e poi da quella data fino a quella della chiusura nel 1971  “Cine Marconi”
Il cinema Moderno aprì i battenti nel 1934, ma nel 1943 fu distrutto nel corso di un bombardamento degli anglo americani che colpi la zona. Riaperto dopo il 1950

La mia Trieste, 24 Maggio 2016