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Giardinetto Leonor Fini di via Boccaccio

Un bel giardino, pieno di luce e, come spesso capita, poco frequentato. Un lato dà sulla via Boccaccio che è la via che sta parallelamente tra il viale Miramare e la via Udine e si imbocca sulla destra poco dopo la casa di Spedizioni Parisi.
Su tre lati alti palazzi di cui alcuni – quelli sulla via Gazzoletti che riporta sul viale Miramare – decisamente belli. Il quarto lato è aperto e dà verso la stazione e dunque verso sud.
Da qui la grande luminosità del giardino che non ha grandi alberi, ma aiuole e alcuni pergolati di rampicanti.
Di questo giardino si parla in questi primi mesi del 2016 con un certo allarme per presenze di spacciatori, poca manutenzione, incuria.
I giardini, si sa, spesso sono frequentati nelle ore notturne da spacciatori e consumatori di droga e la vicinanza di questo posto alla stazione e al silos rende forse il fenomeno più grave che altrove.
Questo giardino è stato intitolato a dicembre del 2014 alla pittrice Leonor Fini che pur essendo nata in Argentina e morta a Parigi, aveva la madre triestina e qui visse per un certo tempo in gioventù frequentando – dopo la prima guerra mondiale – alcuni fra i maggiori pittori della città nonché Saba e Svevo .

Prima di essere giardino era casa. E prima di essere casa era zona che faceva parte della prima stazione ferroviaria.
Era il 1857 quando la ferrovia collegò Trieste a Vienna passando per Lubiana. Evento epocale per la nostra città.
Questa prima stazione fu costruita ad una quindicina di metri più in alto dell’attuale viale Miramare per lasciare posto al Lazzaretto, quello detto di Maria Teresa, finché non venne costruito l’ultimo, quello a ridosso del confine dopo Muggia.
Con la nuova stazione sorta nel 1870 sia il corpo principale sia le officine e altri numerosi edifici furono demoliti.
Ed ecco che vi fu spazio per la via Tor San Piero, per la via Boccaccio e tutte le altre viette perpendicolari a questa. E vi fu spazio per un grande edificio che sorgeva ove oggi c’è il giardino e che tutti hanno sempre chiamato “casa del ferroviere”.
Vi abitavano infatti famiglie di ferrovieri cosi come in alcuni grandi palazzi di via Ruggero Manna.
E’ il 1973 quando la casa viene demolita nonostante un grande coro di proteste stante il suo valore artistico e storico. (1)
Al suo posto un parcheggio e sopra il giardino Leonor Fini

 

Nota 1

Da un articolo di Giulio Roselli, noto appassionato di treni ed autore di varie pubblicazioni, trascrivo quanto apparso sulla rivista “Tempi Andati”, maggio 1977.

…”posto al civico n 21 del bel viale alberato (viale Miramare NdR), un edificio conosciuto dai più come “ casa dei ferrovieri”. Un po’ alto sul livello stradale, circondato da siepi di sempreverdi, vi si accedeva per mezzo di un largo doppio ordine di scale.
La sua ampia facciata, resa solenne e gentile a un tempo, dalle finestrature ad arco, presentava un corpo centrale a tre piani e due corpi laterali a due piani.
Il pianterreno era illuminato da 23 aperture monofore slanciate ed eleganti, impreziosite dalla alta incorniciatura in pietra bianca con un arco a pieno sesto acuto e da un elegante chiave di volta.
Il primo ed il secondo piano erano resi meno pesanti da 23 e rispettivamente da 5 aperture bifore con gli archi sormontati da eleganti architravi.
Le 2 facciate laterali presentavano caratteristiche meno eleganti e rivelavano nettamente nel loro più modesto aspetto la diversa mano del loro costruttore…”

 

Via Boccaccio

La mia Trieste, 29 Aprile 2016