E’ una di quelle vie che congiunge le 2 anime di Roiano, il centro con la montagna.
Parte da dove c’è il capolinea della 5 e da dove a pochissima distanza inizia il vicolo delle Rose, altra via che si perde lassù in alta montagna. Le uniche case alte sono nei primi 100 metri, vecchie a sinistra, più nuove sulla destra. Resiste al n. 20 la Sider, vecchia officina per la lavorazione metalli (insomma … fabbro) con il suo portone d’altri tempi e poco più avanti ci si inerpica percorrendo una stradina che sempre più stretta diviene e più erta. Ma la fatica vale la pena perchè Pis’cianzi che è là in alto è … sempre Pis’cianzi. E prima tanto verde e scorci di panorama verso il mare e verso l’altro – sulla sinistra – lato della valle che è pieno di casette multicolori perchè da quella parte la montagna scende leggera e lascia spazio a orti e abitanti.
La via dei Moreri ad un certo punto si biforca e solo le targhette con i numeri civici sui quali è annotata – pregio che solo Trieste vanta – anche il nome della via ci dicono dove siamo.
Via dei Moreri è andata di là e di qui inizia la via Sottomonte. Porfido, passamani di ferro che cercano di mimetizzarsi nella pietra marron dei vecchi muri per sfuggire alla loro distruzione, piccole case sulla via o arretrate.
E su e su altro piccolo bivio dove si legge di Pisc’cianzi mentre la via principale (principale?) arriva a Lajnarji dove la piazza centrale è uno slargo di 10 metri e il duomo è sostituito da una bianca piccola cappella.
E su e su un vecchio pozzo, vie dai toponimi significativi come via degli Olmi, via delle Noci e se si imbocca il bivio giusto si torna, per una via dove è meglio avere macchina piccola, alla civiltà. Un rumore inequivocabile dice che sta passando un tram. Possibile? Certo siamo arrivati alla via Commerciale, proprio alla sua ultima casa con i binari del tram davanti al naso.