Salendo per la via Molino a Vento, dove c’è lo slargo che porta sulla destra alla via dell’Istria, sulla sinistra si imbocca la stretta via del Veltro. A dare il benvenuto è la casa a spigolo impreziosita da 2 statue dentro nicchie e con sotto un’osteria ora però nobilitata a pub (così recita l’insegna). Molti però (inizio 2016) rimpiangono la vecchia gestione con cibo e musica brasiliana.
Dritta e stretta, aperta sulla sinistra e con a breve distanza i binari del treno che si intravvedono tra la fitta boscaglia, treno che un tempo da Campo Marzio saliva a Opicina passando per la vicina Stazione di Montebello.
Resiste nello stesso lato ancora qualche casa diroccata e una fontanella dipinta di verde. Era quella che forniva acqua agli abitanti delle casupole molto povere che c’erano sul lato opposto e che una volta abbandonate per le precarie condizioni dei piccoli edifici e poi abbattute, hanno lasciato spazio ai condomini che arrivano fino al punto in cui, a sinistra, improvvisa, la strada scende divenendo via del Destriero (1), lambendo l’Ippodromo, e arrivando in piazza Foraggi tra la abbandonata Trattoria al Moro e l’edificio dell’Acegas. E’ questa la via che si percorre sempre in auto quando si imbocca la via del Veltro per arrivare alla piazza Foraggi.
Proseguendo invece dritti la via piega a destra in ripida salita che porta alla Strada di Fiume. Sulla sinistra si apre il giardino intitolato a Bruno Pincherle (medico antifascista).
Giardino che è su tre livelli a colmare il dislivello con la soprastante Strada di Fiume.
(1) Sul nome di questa via vi fu in tempi non recenti divertente “querelle” perchè i puristi della lingua facevano rilevare che l’omaggio che si era voluto fare al confinante ippodromo, non doveva portare il nome di “destriero” perchè questo termine indica cavalli da tiro e da circo e non da galoppo e neppure trotto.
Il Giardino Pincherle