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San Giovanni

Il nome – San Giovanni – porta o, meglio, portava inevitabilmente ai matti, a quelli che andavano “a contar sasetti” nel manicomio. Un manicomio però presto depurato del suo fardello tristissimo di sofferenza grazie alle energie e intuizioni innovative profuse da chi ha cercato soluzioni più umane.
Un capitolo è dedicato a questa struttura.
Come rione il nome di S. Giovanni, fino a non molto tempo fa, era sempre abbinato a Guardiella. Anzi prima del ‘600 tutta la zona era chiamata Guardiella e comprendeva ampio territorio fin giù quasi al Giardino Pubblico. Oggi il rione si compone di varie … frazioni a distinguere zone diverse: San Cilino superiore, San Cilino inferiore, Brandesia, Guardiella, San Giovanni superiore, San Giovanni inferiore, Timignano.
Non entro nel dettaglio di queste partizioni che appesantirebbero molto il discorso.
Per molti secoli il posto fu semplicemente un piccolo agglomerato di casette di contadini e la città di Trieste era una realtà distantissima. Di mezzo un lungo percorso che a partire dalla città erano saline, poi campi coltivati, boscaglia per essere ancora campi coltivati attorno all’antico nucleo abitativo qui esistente.
Era dunque zona prettamente agricola con tanta terra coltivata stante l’abbondanza di acqua di questa valle.
Sì, certo, perchè San Giovanni è una valle con il boschetto che sale da un lato e dall’altro la collina che arriva alla via Fabio Severo. Di fronte la montagna a chiudere la valle, ma anche a far scendere abbondanza di acqua.
Sotto a quella che oggi è via Raffaello Sanzio scorre il rio Grande. E’ giusto chiamarlo così perchè riceve molti altri torrentelli come lo Slepp che viene giù dal Cacciatore attraversando il Boschetto dove in certi punti lo si vede.
Arrivano il San Pelagio, il Brandesia, il Timignano.
E dopo la Rotonda c’è lo Scoglio che vien giù sotto l’omonima via e il rio Marchesetti che è quello delle foto fatte in via Verga e lì sotto scorre.
Insomma ancor più torrenti che non Roiano che ne ha solo tre.
Questa valle assieme a quella di Longera creava una delle tre fonti di approvvigionamento idrico della città romana, opera di pregio incredibile per la sua durata interrotta solo dall’opera distruttiva dei Longobardi. E comunque l’acquedotto teresiano parte dagli stessi posti (vedi Capofonte).
E’ solo verso il 1800 che San Giovanni inizia – come in tante altre parti della città – a popolarsi. Due erano i nomi di questi luoghi: Contrada San Pelagio e San Giovanni. La prima per indicare la zona corrispondente alla parte alta della via Giulia e la seconda per indicare la parte attraversata dalla via Raffaele Sanzio.
E in questi anni la realtà contadina lascia sempre più spazio ad una realtà produttiva con tante piccole industrie di tutti i generi. Una fonderia per campane, una fabbrica di turaccioli, tostatura caffè e spremitura olive, fabbrica saponi, fabbrica di botti, fabbrica di orologi, fabbrica di candele, fabbrica carte da gioco, una conceria e sicuramente anche altro.
Quanta ricchezza di iniziative nei campi più diversi a testimonianza di solide volontà /capacità e di un contesto politico / sociale in grado di rendere possibile tutto ciò (insomma come … oggi).
E la Dreher ? La nostra indimenticabile e cara Fabbrica Dreher.
E poi osterie e trattorie come la ex Capuzera all’inizio di via San Cilino, l’Osteria al Boschetto alla fine della via Pindemonte, cioè già al Boschetto, l’Osteria al Bosco del Farnedo ed infine dal 1865 la trattoria da Suban che tuttora esiste e gode di ottima salute.
Come i triestini della città oggi vanno in Carso o in Yugo e fino ad alcuni anni fa in Friùl per farsi qualche abbondante mangiata e bevuta, così a suo tempo, chi con il tram e chi a piedi, andavano fin lassù a San Giovanni per rallegrarsi con i piaceri della tavola nelle numerose osterie e trattorie del rione.
San Giovanni vuol dire anche, per chi ama il calcio, la squadra San Giovanni che attualmente (2015) milita in “Promozione”, ma che poco dopo la guerra era arrivata agli onori della serie C.  Assieme al Ponziana era la squadra più forte dentro un panorama che vedeva anni fa tante squadre come la Fortitudo, il CRDA, l’Edera, la Libertas, il Cremcaffè, la Muggesana.
La società sportiva San Giovanni ha molti anni sulle spalle essendo nata nel 1941. Prima del campo sportivo, in quella zona, solo tanto verde di prati e alberi che ancora i vecchissimi del rione ricordano.
Negli anni ’30 il campo di calcio che serviva però anche per altre competizioni era nella zona dietro la chiesa, un po’ in collina, tra le attuali vie delle Docce e via delle Cave.
Come per Roiano la strada principe per entrarci è la via Stock, per Servola la via dei Soncini e per San Giacomo la via dell’Istria,  così qui la Raffaello Sanzio è l’arteria sulla quale poggia il rione di San Giovanni.
Altre stradicciuole a destra e a sinistra portano sulle colline che delimitano il rione ed in fondo portano, in ripide salite, al monte che chiude la valle. Un monte che con la sua acqua ha reso possibile per tanti secoli (dall’antica Roma a fine ‘800) la vita di questa città.

Il  rione oggi protesta più che mai perchè il nuovo Piano Regolatore non accoglie nessuna delle varie istanze degli abitanti della zona che reclamano spazi capaci di ospitare un giardino, un ricreatorio, un asilo nido, la costruzione di centri di aggregazione per giovani, bambini e anziani e di ristrutturare la piazza principale. Su un albero di piazza Gioberti a fine 2015 un cartello  “2015- Natale amaro a San Giovanni”.

 

Relativamente al rione di San Giovanni ci sono attualmente i seguenti articoli. Sicuramente altri s’aggiungeranno.

Il Manicomio
La Rotonda del Boschetto
via delle Docce
via Caravaggio e San Pelagio
Villa Franellich
Timignano
Bocciofila San Giovanni
via dei Roveri
Via delle Cave e via Capofonte
Stazione di Guardiella
Piazzale Gioberti
Villa Bottacin
via San Cilino
Via Raffaello Sanzio
Piazza Volontari Giuliani
Via Margherita, via dei Cunicoli, Pendice Scoglietto
Chiesa di San Francesco
Via Giulia e dintorni
via Giovanni Verga, via Zanella
Via Damiano Chiesa
ex Fabbrica Dreher
Chiesa di San Pelagio
Capofonte
Il Borgo Fedrigovez e la Piccola Parigi
Strada di Guardiella
Via Pindemonte e ultimo tratto via Crispi
Il Boschetto
Chiesa San Giovanni Decollato
Cave Faccanoni

 

La mia Trieste, 7 Febbraio 2016