La sagoma squadrata del Seminario è ben visibile da molte zone della città specie per chi, venendo da Muggia, percorre la grande viabilità verso la città.
Grande, imponente, severa.
Ma cosa ci sarà mai dentro un edificio così grande visto che le vocazioni sono così poche – ci si domanda. E a maggior ragione dopo le notizie apparse sul Piccolo nel 2011 di cassa integrazione per i dipendenti del Seminario.
Ed invece.
E’ la fine del 2014 quando entro ricevuto cordialmente dalla dott.ssa Fumo che mi consente di visitare il Seminario dove fervono lavori ovunque. Ristrutturazione e ammodernamento.
E mi racconta che le attività dentro il seminario sono molteplici. C’è la redazione di Vita Nuova, c’è la sede di Tele4, la sede del Servizio diocesano pellegrinaggi e così anche la sede di molte altre associazioni diocesane. C’è poi la sala grande affittata per convegni vari.
Il quinto dei 6 piani è in ristrutturazione per accogliere, tra non molto, i seminaristi che anni fa furono dirottati su Udine.
Un grande edificio che dunque riprende a vivere.
Grazie alla dott.ssa Fumo riesco a recuperare interessanti notizie storiche su questo edificio.
Nel 1907 le Suore Scolastiche di Marburgo (Maribor) acquistarono un vasto appezzamento di terreno sul colle di S.Vito nelle vicinanze dei ruderi del forte della Sanza.
Quasi al centro dell’area fecero edificare, probabilmente su progetto dell’architetto o costruttore Ferluga, un imponente edificio a tre piani, più seminterrato e soffitta, caratterizzato da una pianta a U, destinandolo ad Educandato Femminile.
Quando nel 1910 le Suore abbandonarono Trieste, la loro proprietà passò al Sovrano Erario che destinò l’edificio ad altri usi.
Dopo la Prima Guerra Mondiale subentrò nella proprietà il Demanio italiano che assegnò l’immobile ai Reali Carabinieri come loro caserma e deposito.
Durante la Seconda Guerra Mondiale lo stabile venne bombardato e gravemente danneggiato.
Al termine del conflitto verso il 1948, grazie all’interessamento del Governo Militare Alleato, mons. Santin riusci ad acquisire l’ex caserma dei Carabinieri con il vasto terreno circostante per adibirla a sede del nuovo Seminario Vescovile di Trieste che egli aveva intenzione di fondare.
II progetto di ristrutturazione e di innalzamento di due piani del grande edificio in rovina fu affidato all’architetto triestino Vittorio Frandoli.
L’opera venne conclusa nel 1950 e il Seminario fu inaugurato il 1° ottobre dello stesso anno.
Al medesimo Frandoli si deve pure il progetto della Chiesa del Seminario, dedicata all’Immacolata Concezione di Maria e consacrata il 1° maggio 1951 e del raccolto chiostro che raccorda la Chiesa con l’edificio principale.
Nel Seminario c’è da notare la biblioteca che oggi raccoglie, in un ambiente luminoso ed ordinato, solo una parte dei 70 mila e più libri di sua pertinenza. Con i lavori di ristrutturazione si sta approntando una sala che andrà a raccogliere l’intero patrimonio librario.
Nella attuale biblioteca vi è una tela del pittore triestino Budinic che ricorda Marcello Labor che fu rettore del Seminario a cavallo anni ’50 e figura di letterato, scrittore e medico, ordinato sacerdote a 50 anni dal vescovo Mons Santin.
Poco distante dalla biblioteca c’è altro spazio di libri con la sala di lettura.
La sala convegni è spaziosa, ma altresì molto spartana. Come dicevo più sopra, nella sala si svolgono convegni di varia natura che nulla hanno a che fare con il mondo ecclesiastico.
Il grande edificio e la chiesa sono le realtà sotto gli occhi di tutti. Ma ci sono ancora parti degne di attenzione e meno appariscenti:
– La Chiesa
– Il parco
– La Casa del Clero
– I campi gioco