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Chiesa di Muggia Vecchia (Santa Maria Assunta)

Entrando l’occhio si posa all’istante sulle pitture o meglio su ciò che resta delle pitture. Anche se sbiadite, incomplete, irrimediabilmente rovinate danno il senso di antica pace, serenità. Tanto la chiesa nel suo apparire è – nonostante le sue mura spesse – signorina sopravvissuta orgogliosamente al passar dei secoli e svettante sulla collina, tanto sono maschie e fredde le parti antichissime in pietra (pulpito, leggii, plutei) , tanto sono femminili quelle pitture dolci nella loro fragilità.
Chissà, forse questo mescolarsi di signorilità, di mascolinità e di femminilità creano la bellezza di questa chiesa e il suo indubbio fascino tant’è … tant’è … che … (15)

Se la datazione della chiesa ha dato così tanto filo da torcere agli studiosi, le pitture non sono da meno.
Quando e soprattutto quanti pittori vi hanno contribuito?
Chi dice 2, chi 3, chi 4.
Un fatto incontrovertibile è che i pittori sono non meno di 2.

Nella storia della pittura si parla di Giotto come di uno spartiacque. La pittura pre Giotto (1200) con uno stile derivato dall’arte bizantina fatta di figure molto piatte e dove si voleva mettere in luce la santità e la pittura post Giotto con figure che hanno un loro spessore, un corpo nella sua rotondità e pienezza.
Negli affreschi della chiesa sono presenti sia lo stile bizantino sia quello post Giotto.
Dunque pitture prima del 1200 ed altre posteriori.
Ponendosi all’inizio della navata centrale e guardando le prime due colonne si ha subito una evidenza di 2 figure molto diverse. Quasi stilizzata nonostante il colore quella di Santa Caterina sulla prima colonna e la figura piena di un evangelista sulla seconda.
Non v’è dubbio pertanto che i pittori siano stati almeno 2, ma per quasi tutti gli studiosi i pittori furono 3, ma più probabilmente 4.

Non è questo il posto per una descrizione delle singole pitture. Vale la pena solo un breve cenno riferito a ciò che maggiormente attira l’occhio o può essere utile sapere nel caso uno porti qualche amico in visita alla chiesa e voglia spiegare l’essenziale ossia le pitture sui 4 pilastri di sinistra e sui 3 di destra (1 a destra ne è privo) e le pitture soprastanti.

Primo pilastro di sinistra: Santa Caterina da Alessandria (non Siena). Sotto questa pittura si può vedere, ma molto a stento traccia di precedente affresco.
Secondo pilastro di sinistra: Evangelista
Terzo pilastro di sinistra: Evangelista
Quarto pilastro di sinistra: San Zeno, vescovo di Verona
Primo pilastro di destra: Evangelista
Secondo pilastro di destra: Evangelista
Terzo pilastro di destra: San Domenico

Sopra i pilastri di sinistra vi sono quattro scene raffiguranti la morte di Maria e la sua Assunzione in cielo.
A destra poco si è salvato e solo la parte inferiore di un affresco che ha nella sua parte verso la porta della chiesa la raffigurazione degli apostoli nel Cenacolo ed un altra pittura accanto a questa con 4 figure di cui una dovrebbe essere quella del Cristo e poi quella di San Tommaso

Nei sott’archi altre pitture e anche nel retro di alcuni pilastri. Sul retro del primo di destra spicca la grande figura di San Cristoforo della cui importanza faccio menzione più avanti.

Da notare il santo che regge sulla spalla sinistra il Bambino col globo e con la mano destra la palma del martirio. Nel riquadro in basso si legge una preghiera in latino a protezione di chi invoca il santo.

Prima ho detto che i pittori sono non meno di 2, ma i più parlano di 4 pittori. Riporto, tra le tante, l’opinione di Giovanni Luca, più volte citato, per il quale ci sarebbe la mano di 4 persone.
“Spicca fra tutti il cosiddetto Maestro degli evangelisti che dipinse sicuramente le figure sui pilastri … salvo quella di Santa Caterina” E a lui vanno accreditate anche 2 delle 3 figure sui sottarchi ed altro e a lui una regia complessiva e direzione sugli altri pittori.
Il terzo è quello che ha realizzato la figura di Santa Caterina e Sant’Agnese.
Il quarto è quello della grande figura di San Cristoforo sulla quale ritorno alla fine dell’articolo.

Questioni complesse sulle quali qui non è opportuno soffermarsi. (16)

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Nota 15
Tant’è che esattamente 49 anni fa, proprio oggi 8 marzo
2018 data di pubblicazione di questo articolo, io ho fatto visita alla chiesa, ma dando galantemente appuntamento ad una mia cara amica verso le 10 del mattino di un sabato dal borin pungente. Puntuale ella arrivò accompagnata da suo zio.
Casualmente lì c’era un prete, caro amico di famiglia, che con noi parlò e volle anche sapere di noi, giovani della vita. E c’erano alcuni famigliari ed anche alcuni fidati amici di cui un paio dissero di essere testimoni.
Così andò quella mattina.
Bello ritornarci insieme questa mattina 8 marzo 2018 a rivedere questo posto che ha un fascino speciale indipendentemente da vicende personali.

Nota 16
Per chi fosse interessato ad approfondire si suggerisce “Il Parco archeologico di Muggia Vecchia” del Prof Cuscito già prima citato. La pubblicazione parla del Parco, ma molto spazio è dato alla storia della chiesa e alle sue pitture.

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La mia Trieste, 8 Marzo 2018