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La Riviera di Barcola

In questo brillare di cose belle, dove anche nelle giornate più dense di nubi, una luce diversa filtra, ed è difficile che lo sguardo si posi in qualsivoglia punto che non aggradi l’occhio e il cuore, v’è una nota stonata di cui avevo deciso di neppure fare menzione, anche perché io stesso poco o nulla ne avevo contezza. Come dire un rifiuto per tanti anni di poggiare non solo sguardo,  ma anche attenzione su ciò che è ritenuto sgradevole.

Quel nome “La Voce della Luna” quasi un presagio non buono. Dei tanti film di Fellini “La Voce della Luna” è quello più sconsolato. Come ha scritto Morando Morandini, il grande critico cinematografico che per decenni alla fine dello scorso secolo, è stata penna dei più grossi quotidiani, il film “La voce della Luna è anche un desolato commento sulla volgarità e l’abominio del tempo presente”.

Il tempo presente – come ben si sa – corre veloce e velocemente correndo è difficile vedere il pedone, il ciclista o tutto ciò che avrebbe diritto – per diritto acquisito – di vivere.
Forse anche quel posto – bar o pub o come lo vogliamo chiamare – ne aveva voglia aggrappato coraggiosamente – unico fra i posti di ristoro della riviera barcolana – ai massi del marciapiede in arenaria locale, proprio sul mare, poco prima dei Topolini.

Nel tempo presente si collocano le direttive europee che per natura sono volte allo sviluppo e progresso delle nazioni europee, ma che poco guardano se a perire sono piccole realtà siano esse dell’agricoltura o del turismo. Direttiva Bolkenstein (2006) si chiama quella che ha travolto “La Voce della Luna”.
Prima ci si era messo il mare che un giorno stava infuriato e quasi tutto ha distrutto.
Poi un piromane a gustarsi le fiamme che divoravano arredi e tutto inseguito poi – ma invano perché ancora latitante – da una condanna a 4 anni. Ma ciò che non poterono acqua e fuoco poterono carte della politica e banche. (25)

Dal 2010 c’era un rudere a storpiare la bellezza della riviera ed un uomo, Roberto di Finizio, titolare della concessione del locale, arrampicato ora sulla chiesa di San Pietro a Roma ora sull’Ursus a chiedere una soluzione che lo potesse riportare a riaprire il suo locale al quale legato non da denaro, ma affetto nonchè orgoglio per quel che aveva saputo creare.

Ora, fine 2019, una nuova costruzione sta lentamente nascendo su quei ruderi. Sarà sicuramente bellissima, modernissima, accoglientissima.
Il Piccolo, allineato come sempre, annuncia (ottobre 2018) con malcelato gaudio: “Addio al vecchio rudere dell’ex Voce della luna. Al via i lavori di restyling …. Nel giro di qualche mese sparirà del tutto quel vecchio rudere annerito che per troppo tempo ha rovinato lo skyline della riviera…. Inaugurazione [del nuovo locale] prevista per maggio 2010” .

Ritorna qui ciò che è stato detto in merito al film di Fellini: “La Voce della Luna è anche un desolato commento sulla volgarità e l’abominio del tempo presente”.

(continua a pag 4)

Nota 25
Una lunga lettura di tutto ciò che su questa vicenda è stato scritto in 10 anni mi ha portato ad una ricostruzione dei fatti salienti qui messi in estrema sintesi.
Ricostruzione personale e che parte da poca simpatia verso un signore dalle richieste pretestuose, poco chiare e condite da proteste esagerate. Questo era ciò che pensavo e che mi pare sia stata e sia opinione molto comune.
Approfondire gli argomenti serve anche per rafforzarsi nelle proprie idee oppure per capire dove si sbaglia nei giudizi.
– Nel 2000 Di Finizio rileva la struttura con una concessione demaniale di 6 anni rinnovabile. Crea un risto-bar e gli dà il nome di  “La Voce della Luna”.
– Nel 2006 esce la Direttiva europea c.d. Bolkenstein che per i servizi abolisce la possibilità dei rinnovi delle concessioni e impone nuove gare. Lo scopo – molto semplificando – è di liberalizzare a livello europeo il mercato dei servizi. Non è difficile capire come la norma metta in forte privilegio i grandi gruppi rispetto le piccole realtà imprenditoriali. Ad esempio quella della Voce della Luna.
– L’Italia che deve recepire la direttiva europea fissa la data di entrata in vigore per il 2006 e poi allunga i tempi al 2012, poi al 2015, poi al 2020.
– Nel 2008 la Voce della Luna  viene incendiata. Il colpevole condannato a 4 anni nel 2012.
– Nel 2010 una mareggiata distrugge la struttura.
– Nel 2010 Di Finizio chiede un finanziamento al sistema bancario per ricostruire e ripartire con l’attività. Finanziamento negato perché – stante la direttiva Bolkenstein – non si può sapere chi sarà il proprietario dal 2012 in avanti.
– Inizia la sua battaglia da uomo singolo (che quando è portata avanti da un singolo ben si sa che poca probabilità di successo ha)…– 2019, Fine delle trasmissioni.

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La mia Trieste, 31 Dicembre 2019